PROGETTI | Primo bilancio per la newsletter di People T&C

532 le visualizzazioni della newsletter e 100 i click per la lettura degli approfondimenti.

È tempo di un primo bilancio per la newsletter realizzata da People Training & Consulting a partire dal mese di febbraio di quest’anno. Sono stati cinque finora gli appuntamenti con le notizie e gli approfondimenti dal mondo People che hanno raggiunto 86 fruitori selezionati tra soci e stakeholder dell’azienda. Complessivamente sono state ben 532 le visualizzazioni della newsletter dall’email, mentre gli articoli inseriti all’interno hanno ottenuto in totale 100 click. I dati ci dicono quindi che le persone visualizzano più di una volta i contenuti della newsletter.

L’articolo più letto è stato quello sull’approvazione del bilancio d’esercizio 2019, diffuso nella newsletter di giugno, che ha raccolto 18 visualizzazioni totali. A seguire l’approfondimento “231: perché è importante aggiornare i modelli organizzativi”, uscito a febbraio e letto 10 volte. A completare il podio virtuale troviamo l’articolo “La privacy al tempo del Coronavirus Covid-19”, pubblicato a marzo, che ha fatto registrare 8 letture.

Le visualizzazioni degli articoli sono tornate a salire nell’ultimo numero di giugno, che ha fatto registrare più del doppio dei click (27) rispetto ad aprile (13) e maggio (13). Un dato che si avvicina a quello di febbraio (29) e che testimonia il graduale ritorno alla normalità dopo il lockdown causato dal Covid-19. Stay tuned!

INNOVAZIONE | Il nuovo credito d’imposta in ricerca e sviluppo

Dopo mesi, viene pubblicato il decreto applicativo del nuovo credito d’imposta. Vediamo come cambia questa misura agevolativa.

Ne avevamo parlato nella nostra prima newsletter di febbraio quando avevamo informato i nostri lettori della scure del Governo che si era abbattuta sul bonus ricerca e sviluppo per le attività di innovazione delle nostre cooperative.

Le restrizioni erano già state anticipate nei commi dal 198 al 209 della legge di bilancio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2019 che rimandavano ad un decreto ministeriale per le indicazioni sulle disposizioni attuative.

Ora dopo 7 mesi, viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 182 del 21.07.2020 il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, datato 26 maggio 2020, recante “Disposizioni applicative per nuovo credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design.”

Quali sono le novità? Dalla lettura del decreto e dal commento de il Sole 24 Ore di sabato 25 luglio 2020 (E.Reich, F. Vernassa), evinciamo la conferma di quanto già indicato nella legge di bilancio.

1.I crediti d’imposta sono di tre tipologie:

•          investimenti in ricerca e sviluppo:

•          innovazione tecnologica, con aliquota maggiorata se riferita a innovazione digitale 4.0 e transizione ecologica

•          design/ ideazione estetica per specifici settori.

2. Misura del credito d’imposta

•          Ricerca e sviluppo: 12% e nel limite massimo di 3 milioni di euro

•          Innovazione tecnologica: 6% e nel limite massimo di 1,5 milioni di euro, con aliquota elevata a 10% se riferita a transazione ecologica e innovazione digitale 4.0

•          Designi e ideazione estetica: 6% e nel limite massimo di 1,5 milioni di euro

3. Ambito temporale

periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019 (esercizio 2020 per soggetti solari)

4. Definizione delle attività ammissibili

Il Dm 26 maggio 2020 individua i seguenti criteri per la corretta applicazione e definizione di:

•          ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico, tenendo conto dei principi generali e dei criteri contenuti nel Manuale di Frascati dell’OCSE (articolo 2). Assumono rilevanza le attività di ricerca e sviluppo che perseguono un progresso o un avanzamento delle conoscenze o delle capacità generali in un campo scientifico o tecnologico e non già il semplice progresso o avanzamento delle conoscenze o delle capacità proprie di una singola impresa, salvo che le informazioni non siano disponibili e accessibili per l’impresa;

•          innovazione tecnologica di prodotto o processo di produzione nuovo o significativamente migliorato, rispetto a quelli già realizzati o applicati dall’impresa, tenendo conto dei princìpi generali e dei criteri contenuti nel Manuale di Oslo dell’OCSE (articolo 3);

•          innovazione digitale 4.0 (articolo 5, comma 1 del DM): vi rientrano i lavori svolti nell’ambito di progetti relativi alla trasformazione dei processi aziendali attraverso l’integrazione e l’interconnessione dei fattori, interni ed esterni all’azienda, rilevanti per la creazione di valore;

•          transizione ecologica (articolo 5, comma 2 del DM): si considerano i lavori svolti nell’ambito dei processi relativi alla trasformazione dei processi aziendali secondo i principi dell’economia circolare come declinati nella comunicazione della Commissione Europea (COM 2020) 98dell’11 marzo 2020;

•          design e ideazione estetica anche in relazione alle medesime attività svolte in settori diversi dal tessile e della moda, del calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica. L’articolo 4 del DM individua le attività che abbiano ad oggetto innovazioni legate in via generale all’aspetto esterno o estetico dei prodotti o comunque non legate a elementi funzionali o tecnologici dei prodotti

5. Spese ammissibili e documentazione contabile

Le spese ammissibili devono rispettare le regole generali di effettività, pertinenza e congruità, nonché di imputazione temporale con riferimento all’articolo 109, commi 1 e 2 del Tiur.

L’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti (articolo 6 del DM). Inoltre, l’articolo 6 del DM evidenzia le regole per la determinazione delle spese del personale, delle quote di ammortamento, dei canoni di leasing e dei costi degli amministratori.

6. Relazione tecnica

Le imprese beneficiarie del credito dovranno predisporre una Relazione Tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta, in relazione ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione

7. Utilizzo del credito d’imposta

I crediti saranno utilizzati in compensazione (articolo 17 del Dlgs 241/97);

•          in tre rate annuali,

•          a decorrere del periodo d’imposta successivo a quello in cui i posti agevolabili sono stati sostenuti (2021 per i soggetti solari),

•          subordinatamente all’avvenuto adempimento degli obblighi di certificazione previsti dalla norma.

8. Trattamento di Ires e Irap

I crediti d’imposta non concorrono alla formazione del reddito Ires e Irap L’agevolazione di cui maggiormente hanno usufruito le nostre cooperative sono quelle del credito d’imposta per ricerca e sviluppo dedicata alla realizzazione di progetti innovativi riconducibili, per lo più allo sviluppo sperimentale. Nei prossimi mesi, ve li racconteremo.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

SISTEMI DI GESTIONE AZIENDALE | Si amplia ancora l’elenco dei reati presupposto 231

Un nuovo aggiornamento dei modelli organizzativi 231 dopo il decreto che recepisce la direttiva PIF.

Un nuovo ampliamento dei reati presupposto e un’ulteriore estensione del perimetro di responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2000.

È quanto disposto dal nuovo decreto legislativo di attuazione della c.d. Direttiva PIF.

Il Consiglio dei Ministri del 6 luglio scorso, su proposta del Ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, e del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo di attuazione della Direttiva (UE) 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale, la c.d. Direttiva PIF.

Il D.Lgs. 14 luglio 2020 n. 75 dal titolo “Attuazione della direttiva (UE) 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale” (c.d. “Direttiva PIF”) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 177.

 Il provvedimento, oltre ad aver introdotto delle modifiche al Codice Penale, ha introdotto importanti e numerose modifiche in materia di responsabilità amministrativa degli enti di cui al D.Lgs. 231/2001, in particolare:

•     introduzione, tra i reati presupposto puniti dall’art. 24, dei delitti di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), anche in danno dell’Unione europea e di frode in agricoltura (art. 2 Legge 898/1986);

•     introduzione, tra i reati presupposto puniti dall’art. 25, dei delitti di peculato, peculato mediante profitto dell’errore altrui (artt. 314 e 316 c.p.) e abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), quando il fatto offenda gli interessi finanziari dell’Unione europea;

•     introduzione, tra i reati presupposto puniti dall’art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/2001, dei reati di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione e indebita compensazione (artt. 4, 5 e 10-quater D.Lgs. 74/2000), se commessi nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di Euro;

•     introduzione del nuovo art. 25-sexiesdecies D.Lgs. 231/2001 avente ad oggetto i delitti di contrabbando (fattispecie previste dal decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43).  L’introduzione dei nuovi reati richiede un nuovo aggiornamento dei modelli organizzativi delle nostre cooperative.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

PRIVACY | Invalidato l’accordo che consente il trasferimento dei dati personali negli

Con la storica sentenza Schrems II della Corte di Giustizia Europea si ridisegnano i rapporti con i grandi players che trattano i nostri dati personali extra UE.

È stata emessa in questo torrido luglio una storica sentenza in materia di privacy e data protection, passata per lo più in sordina dalla stampa e dall’opinione pubblica italiana, ma destinata invece ad avere importanti ripercussioni nel trattamento dei dati personali di molte aziende e privati cittadini.
Il 16 luglio scorso, infatti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza nota come Schrems II, ha dichiarato invalida la decisione 2016/1250 della Commissione Europea sull’adeguatezza della protezione offerta dal regime dello Scudo UE-USA per la privacy.
Tra queste aziende che hanno sede e server negli Stati Uniti ce ne sono molte che impattano quotidianamente con la vita delle nostre cooperative e dei nostri soci: parliamo ad esempio di Facebook Inc, WhatsApp, Microsoft Corporation, Mc Donald e molti altri.
L’elenco delle società certificate ai sensi del Privacy Shield è pubblicato sul sito del Ministero del commercio USA e raggiungibile dal sito www.privacyshield.gov/welcome. Attualmente sono 5375 le organizzazioni che risultano certificate privacy Shield.
Tra queste società ci sono quindi molti grandi player, che pur avendo sede negli Stati Uniti, trattano dati dei cittadini europei. Quotidianamente quindi molti dei nostri dati personali, più o meno consapevolmente, vengono trasferiti negli USA. Una volta ricevuti i dati, queste aziende, dichiarate conforme ai sensi del privacy shield non hanno bisogno di alcuna autorizzazione specifica per la loro conservazione e in generale per il loro trattamento.
Ebbene, la Corte di Giustizia europea, con la sentenza dello scorso 16 luglio, ha ora dichiarato invalido questo meccanismo, creando un evidente vuoto normativo. L’unico spiraglio possibile è che, conformemente alle disposizioni del Regolamento UE 2016/670, i trasferimenti negli USA possano fondarsi ora su altri meccanismi di trasferimento autorizzati, diversi dal Privacy Shield, e a cui rimandiamo per un successivo approfondimento: si tratta delle norme vincolanti d’impresa, consenso individuale esplicito e informato e le clausole contrattuali Standard.
La sentenza ha anche confermato il potere delle Autorità di Controllo degli Stati membri di sospendere o vietare i trasferimenti verso paesi terzi in assenza di garanzie adeguate.
Sappiamo infatti che ogni Paese Europeo ha una propria Autority, che per l’Italia è il Garante per la Protezione dei Dati personali, che può fornire un contributo per chiarire i dubbi circa gli strumenti giuridici da utilizzare per trasferire i di dati personali oltreoceano.
Alcuni Garanti come quello di Danimarca, Finlandia, Francia, Polonia, Spagna si sono già espressi in merito con l’impegno ad adoperarsi per trovare una soluzione condivisa all’interno delle istituzioni comunitarie e nello specifico del Comitato Europeo per la Protezione dei dati personali.
Il Garante Italiano, insieme con quello belga, non ha ancora espresso un parere in merito.
Illustri commentatori affermano che questa sentenza abbia un valore politico importante. Con essa, infatti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CgUe) ha invalidato l’Accordo “Privacy Shield” del 2016 in ragione delle forti limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue causate dai pervasivi programmi di sorveglianza operati dalle agenzie di intelligence statunitensi e alla sostanziale inesistenza di un diritto ad un effettivo ricorso dinnanzi alle autorità giudiziarie Usa in capo ai cittadini Ue. Ma la natura e le fasi del procedimento della Corte di Giustizia non hanno permesso agli Stati Uniti di avviare un contraddittorio per difendere le proprie posizioni.
Come comportarci in questo momento? Secondo il principio dell’accountability, le nostre cooperative dovranno essere in grado di dimostrare di aver avuto contezza di questa pronuncia e di effettuare un riesame del proprio registro delle attività di trattamento dei dati al fine di verificare l’esistenza di trasferimenti di dati verso aziende ed organizzazioni certificate ai sensi del privacy shield.
Siamo certi che i grandi player, magari congiuntamente alle istituzioni europee sapranno mettere in campo delle strategie e degli strumenti adeguati per superare questa vacatio normativa.

Cosa significa?
Per comprendere la portata di questa novità, occorre ricostruire alcuni elementi, sia storici che normativi.
Intanto il principio da cui partire per analizzare questa intrigata vicenda è quello per cui, in generale, l’Unione Europea vieta che i dati personali dei suoi cittadini vengano trasferiti al di fuori dei propri confini in paesi che non garantiscono un livello adeguato di protezione.
Era il 2016, ancor prima dell’entrata in vigore del GDPR, quando la Commissione Europa – a seguito di un precedente intervento giurisdizionale concretizzato con la sentenza Sherm I * (vedi nota a piè di pagina) -, riconosceva agli Stati Uniti d’America un livello di protezione delle libertà e dei diritti fondamentali delle persone sostanzialmente equivalente a quello garantito dall’ordinamento giuridico dell’Unione: questo riconoscimento, siglato in un accordo denominato Privacy Shield, garantiva quindi che i dati trasferiti dall’UE agli Stati Uniti fossero protetti secondo specifici standard approvati dalla Commissione Europea anche una volta fuoriusciti dai confini dell’Unione (e della Svizzera)
Le aziende statunitensi che aderivano al Privacy Shield venivano “certificate” come una destinazione sicura per i dati personali dell’UE.

Tra queste aziende che hanno sede e server negli Stati Uniti ce ne sono molte che impattano quotidianamente con la vita delle nostre cooperative e dei nostri soci: parliamo ad esempio di Facebook Inc, WhatsApp, Microsoft Corporation, Mc Donald e molti altri.

L’elenco delle società certificate ai sensi del Privacy Shield è pubblicato sul sito del Ministero del commercio USA e raggiungibile dal sito www.privacyshield.gov/welcome. Attualmente sono 5375 le organizzazioni che risultano certificate privacy Shield.

Tra queste società ci sono quindi molti grandi player, che pur avendo sede negli Stati Uniti, trattano dati dei cittadini europei. Quotidianamente quindi molti dei nostri dati personali, più o meno consapevolmente, vengono trasferiti negli USA. Una volta ricevuti i dati, queste aziende, dichiarate conforme ai sensi del privacy shield non hanno bisogno di alcuna autorizzazione specifica per la loro conservazione e in generale per il loro trattamento.

Ebbene, la Corte di Giustizia europea, con la sentenza dello scorso 16 luglio, ha ora dichiarato invalido questo meccanismo, creando un evidente vuoto normativo. L’unico spiraglio possibile è che, conformemente alle disposizioni del Regolamento UE 2016/670, i trasferimenti negli USA possano fondarsi ora su altri meccanismi di trasferimento autorizzati, diversi dal Privacy Shield, e a cui rimandiamo per un successivo approfondimento: si tratta delle norme vincolanti d’impresa, consenso individuale esplicito e informato e le clausole contrattuali Standard.

La sentenza ha anche confermato il potere delle Autorità di Controllo degli Stati membri di sospendere o vietare i trasferimenti verso paesi terzi in assenza di garanzie adeguate.

Sappiamo infatti che ogni Paese Europeo ha una propria Autority, che per l’Italia è il Garante per la Protezione dei Dati personali, che può fornire un contributo per chiarire i dubbi circa gli strumenti giuridici da utilizzare per trasferire i di dati personali oltreoceano.

Alcuni Garanti come quello di Danimarca, Finlandia, Francia, Polonia, Spagna si sono già espressi in merito con l’impegno ad adoperarsi per trovare una soluzione condivisa all’interno delle istituzioni comunitarie e nello specifico del Comitato Europeo per la Protezione dei dati personali.

Il Garante Italiano, insieme con quello belga, non ha ancora espresso un parere in merito.

Illustri commentatori affermano che questa sentenza abbia un valore politico importante. Con essa, infatti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CgUe) ha invalidato l’Accordo “Privacy Shield” del 2016 in ragione delle forti limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue causate dai pervasivi programmi di sorveglianza operati dalle agenzie di intelligence statunitensi e alla sostanziale inesistenza di un diritto ad un effettivo ricorso dinnanzi alle autorità giudiziarie Usa in capo ai cittadini Ue. Ma la natura e le fasi del procedimento della Corte di Giustizia non hanno permesso agli Stati Uniti di avviare un contraddittorio per difendere le proprie posizioni.

Come comportarci in questo momento? Secondo il principio dell’accountability, le nostre cooperative dovranno essere in grado di dimostrare di aver avuto contezza di questa pronuncia e di effettuare un riesame del proprio registro delle attività di trattamento dei dati al fine di verificare l’esistenza di trasferimenti di dati verso aziende ed organizzazioni certificate ai sensi del privacy shield.

Siamo certi che i grandi player, magari congiuntamente alle istituzioni europee sapranno mettere in campo delle strategie e degli strumenti adeguati per superare questa vacatio normativa.

* L’attivista austriaco Maximilian Schrems (conosciuto come Max Schrems), nel 2013, ha presentato una denuncia nei confronti di Facebook Ireland Limited (l’Irlanda è il paese in cui vi è presente la sede europea di Facebook) dinanzi a un giudice. La denuncia mirava a vietare a Facebook di trasferire ulteriormente i dati dall’Irlanda agli Stati Uniti. Egli affermava che l’azienda non avrebbe rispettato i suoi diritti alla riservatezza e alla protezione dei dati personali, fatto che sarebbe dovuto essere garantito dalla normativa UE, nel caso di trasferimento di dati verso paesi extra-UE. Ha dichiarato anche invalido il regime di Safe Harbor, che nel 2000 fu garantito dalla Commissione europea, in quanto trattato adeguato alla protezione dei dati personali trasferiti al di fuori dell’UE (così dando per scontato la garanzia del diritto alla privacy dei cittadini europei). Quest’ultima accusa viene resa più credibile grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, che denunciò una serie di programmi di sorveglianza di massa delle comunicazioni (che avevano come obbiettivo dati utenti di aziende come Facebook, Google ecc.), condotti dall’Agenzia di sicurezza nazionale americana. https://it.wikipedia.org/wiki/Sentenza_Schrems

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

People T&C approva il bilancio d’esercizio 2019

La società chiude il 2019 con un utile d’esercizio e il raddoppio del fatturato.

Abbiamo deciso di dedicare questo numero di giugno 2020 della nostra newsletter per raccontare le attività realizzate da People T&C nel 2019 che hanno scandito la discussione tenutasi tra i soci lo scorso 26 giugno nell’ambito dell’assemblea di approvazione del bilancio d’esercizio 2019.

Ricordiamo ai nostri lettori che People T&C è una società a responsabilità limitata i cui soci sono essi stessi delle società, quasi esclusivamente cooperative sociali con la sola eccezione per una srl che opera nel settore sanitario.

Per People T&C, quindi, non abbiamo avuto deroghe sulle scadenze di approvazione del bilancio in relazione all’emergenza Covid-19, se non quelle già previste dal codice civile, delle quali ci si è comunque avvalsi.

All’assemblea hanno partecipato il Consorzio Parsifal, socio di maggioranza della società e le Cooperative Altri Colori, Cotrad e Meta, oltre all’amministratore unico della società People T&C Antonio Di Biase e al suo direttore Michela Colatosti.

La discussione tra i soci presenti, rappresentati dai rispettivi presidenti, ha riguardato il bilancio delle attività della società che il direttore, Michela Colatosti, ha illustrato e che abbiamo deciso di sintetizzare in 10 punti.

1) Il valore della produzione di People T&C nel 2019 è raddoppiato rispetto all’annualità 2018, facendo registrare un incremento del + 51%. Il 2019 ha segnato, infatti, un valore della produzione in termini assoluti pari a € 104.923 che è più del doppio dei quello registrato nel 2018 (€ 50.998,00).

Il grafico sottostante fornisce una rappresentazione della sua crescita nel tempo dell’andamento dei ricavi, delle vendite e delle prestazioni

2) I ricavi delle vendite e delle prestazioni derivano prevalentemente dall’attività di tipo consulenziale.

Ricordiamo, infatti, che già nel 2018 People T&C ha lavorato in convenzione con l’Università Roma Tre ad un business model della società attraverso la rilevazione sulla domanda di servizi interni alla rete consortile che avevo orientato la società – tenuto conto del contesto, delle risorse e degli investimenti dei soci – verso una priorità di azione nell’area consulenziale. I dati a disposizione per il 2019 hanno confermato questa scelta della società attraverso un fatturato per la macro categoria dell’area consulenziale di gran lunga superiore rispetto a quella della formazione.

3) Le tipologie di consulenza che la società riesce ad offrire direttamente o attraverso il ricorso a consulenti esterni è molto variegato.

Nel 2019 si è consolidato il rapporto con la Cooperativa di Ricerca Finalizzata in sigla CRF per le attività di consulenza su percorsi di ricerca e sviluppo da parte delle aziende.

Ma lo sviluppo e l’innovazione sono state la chiave anche di altre attività che la società realizza: in particolare, dalla collaborazione con l’associazione Gottifredo di Alatri nasce GRAFTS INNESTI DI COMUNITA’, un progetto sociale finanziato dalla Regione Lazio per cui People T&C svolge attività di progettazione, rendicontazione e organizzazione di percorsi di formazione e ricerca funzionali alle attività progettuali.

Si è rafforzato nel 2019 anche il rapporto con il Consorzio Parsifal attraverso l’affidamento a People T&C in outsourcing di alcune funzioni aziendali: in particolare, la conferma dal ruolo di responsabile della formazione e 231; l’affidamento ex novo della responsabilità della funzione aziendale di RSI e Qualità: quest’ultima svolta attraverso la Cooperativa Eticae Stewardship in Action.

La novità del 2019 è stata, poi, il servizio di adeguamento GDPR in materia di trattamento dei dati personali che la società è riuscita non solo a consolidare ma ad integrare tramite la prestazione della funzione di Data Protection Officer (DPO) che People T&C riesce a strutturare.

4) Nell’ambito del macro settore della formazione, l’attività 2019 è caratterizzata dalla progettazione ed organizzazione di corsi on demand: significativo, in questo senso, il percorso di formazione realizzato in partnership con il Consorzio Parsifal nell’ambito della Rete Come Te che ha coinvolto diversi consorziati che non hanno mai fruito dei servizi della società.

La formazione, invece, per gli operatori delle cooperative impegnati nei servizi in appalto, rimane ancora un servizio a bassa domanda.

5) Già lo scorso anno, l’ amministratore unico aveva segnalato delle difficoltà nello sviluppo della società dovute ad alcuni fattori significativi: primo tra tutti, il fatto che solo una minoranza delle cooperative afferenti alla rete People T&C/Parsifal aveva aderito stabilmente alle proposte consulenziali della società: questo dato è andato migliorando nel corso del 2019, anche se l’adesione da parte delle cooperative della rete alle proposte della società è passata prevalentemente per singole progettualità specifiche. Nel 2019, infatti, si è ampliato la platea dei clienti della società: dai 15 del 2018, i clienti registrati nel 2019 sono diventanti 27. I ricavi delle vendite e prestazioni derivano prevalentemente da servizi resi a soddisfare la domanda interna da parte della compagine consortile.
Per domanda interna intendiamo quella relativa ai servizi richiesti dalla base sociale di People Training & Consulting e del Consorzio Parsifal, suo socio di maggioranza: entrambe organizzazioni di secondo livello che hanno la base sociale composta da organizzazioni del Terzo Settore, parzialmente coincidenti.

Il legame di People T&C con la “società madre” si dimostra ancora forte: il Consorzio Parsifal, come entità giuridica autonoma, rimane tra i principali clienti strategici della società.

Contestualmente, i dati a disposizione ci dicono che i clienti soci di People T&C che fruiscono dei servizi della società sono 7 su 17: tutti soci anche del Consorzio Parsifal.

I soci del Consorzio Parsifal – diversi da quelli di People T&C – che hanno fruito dei servizi della società sono stati 7, tutti coinvolti su progettualità specifiche.

La società, inoltre, ha svolto dei servizi anche a favore delle società partecipate/collegate al Parsifal come Io Studio Italiano – di cui è socia di minoranza- Sport Popolare o l’Associazione Gottifredo di Alatri.

Il 2019 ha registrato però un ampliamento delle capacità di offerta della società rispetto al mercato esterno: 13 i clienti esterni alla rete consortile.

Alla base di questo, anche la partnership con la società d’informatica Keydata con cui People T&C ha collaborato per le attività di adeguamento al GDPR: l’offerta di servizi al mercato esterno che vale, nel 2019, circa il 30% del fatturato.

6) La proposta che People T&C ha consolidato nel 2019 per i propri soci è quella di un partner strategico: non di un mero erogatore/fornitore di servizi di training e consulenza.

Il valore aggiunto di People T&C si sostanzia in una consulenza personalizzata ed un affiancamento costante caratterizzato da un rapporto fiduciario che la società tende ad instaurare con i propri soci: questo rapporto si concretizza con la conoscenza nel dettaglio delle singole organizzazioni servite, nella possibilità di avere un unico interlocutore che punta ad un’integrazione di servizi sia tra le varie aree aziendali della singola cooperativa sia con una valenza di scambio ed integrazione nel più ampio contesto consortile. Si tratta di una proposta di servizio destinata ad arricchirsi di una specializzazione settoriale e mira a tradursi nel medio/lungo termine in un risparmio in termini economici e di tempo/uomo impiegato.

Continuano, tuttavia, le criticità legate alle politiche di prezzo e al tema dei servizi ad “obsolescenza programmata”. People T& C, diversamente da altre società di consulenza e in linea con la logica costitutiva della società, tende a valorizzare le risorse umane delle proprie organizzazioni favorendo l’apprendimento continuo di nuove conoscenze ed abilità con l’obiettivo di rendere i clienti il più possibile indipendenti nella gestione dei sistemi organizzativi che contribuisce a mettere in piedi: questa “obsolescenza programmata” dei sistemi organizzativi non genera introiti costanti né viene percepita dai suoi clienti come un valore aggiunto che, come tale, dovrebbe avere un costo.

7) Ancora oggi alcune cooperative consorziate, proprietarie di People T&C preferiscono disintermediare, sottoscrivendo contratti diretti con società, consulenti, docenti che collaborano stabilmente con la nostra società: questi comportamenti minano alla base la stabilità dell’organizzazione di People T&C, la quale conta su una struttura leggera (un solo dipendente) e non solo non ha mai ricevuto clienti dai propri partner, ma si è trovata in più occasioni, rispetto ai clienti naturali (cioè le cooperative consorziate) in concorrenza diretta con loro.

8) Nel 2019 la società ha attivato una convenzione con l’Università Roma Tre Formazione per un progetto di “Ricerca Innovazione sociale e sviluppo reti territoriali” con una ricercatrice universitaria. Lo sviluppo della società passa attraverso la partecipazione societaria in CCFS per € 501,47 e nella società IO STUDIO ITALIANO, una srl impresa sociale a cui la società partecipa, per il 49% del capitale sociale pari a € 4.900,00 con l’associazione Gottifredo di Alatri, socio di maggioranza, con l’obiettivo prioritario di promuovere percorsi di apprendimento della lingua italiana per studenti cinesi.

9) Tra i fatti considerevoli del 2019, si è rilevato che con deliberazione del 5 agosto l’Amministratore Unico ha avviato delle azioni nei confronti dei soci morosi, cioè di quelle organizzazioni che pur avendo sottoscritto, all’atto di costituzione della società, delle partecipazioni al capitale sociale, non avevano poi proceduto all’integrale conferimento: l’Amministratore Unico, dopo aver preso atto del mancato conferimento da parte dei soci morosi, nonostante l’intimazione ai sensi dell’art. 2466 del c.c., ha deliberato di procedere alla vendita delle quote dei soci morosi agli altri soci della società, pur in assenza di un diritto di prelazione;

Il procedimento è tutt’ora in corso con una trattativa per l’acquisto delle partecipazioni con la cooperativa La Valle già socia di People T&C, tutt’ora in corso.

10) l’esercizio 2019 ha chiuso con un utile pari a ad € 1.254,60 e l’assemblea delibera il suo l’accantonamento per la copertura di perdite pregresse e/o assegnazione ai fondi di riserva.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

PROGETTI | People T&C e la qualifica di Lead Auditor di sistemi di gestione della qualità

Rafforziamo le competenze interne nei sistemi di gestione per la qualità ISO 19011:2018.

Nella scorsa newsletter di aprile, vi avevamo informato sul programma di aggiornamento delle competenze interne nella progettazione e gestione di sistemi di qualità aziendali su cui People T&C sta lavorando.

Attraverso la qualifica del suo direttore che ha concluso la partecipazione al corso di formazione per l’attestazione di Auditor e Lead Auditor secondo le norme UNI EN ISO 19011:2018 e EN ISO/IEC 17021-1:2015 organizzato dall’ente certificatore Dasa-Register, People T&C punta a qualificare sempre più la tipologia di servizi a favore dei propri associati.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

PROGETTI | People T&C partecipa al bando Restart della Camera di Commercio

People T&C presenta domanda per le spese di sicurezza legate all’emergenza sanitaria.

La Camera di Commercio di Frosinone, attraverso la sua Azienda Speciale Aspiin, ha avviato l’intervento straordinario Restart Impresa rivolto alle micro, piccole e medie imprese della provincia di Frosinone finalizzato a sostenere le loro capacità di risposta all’emergenza sanitaria con l’utilizzo dei dispositivi di protezione aziendale ed individuale in ambito lavorativo.

Il bando, a sportello dal 13 maggio fino all’esaurimento delle risorse, prevede un contributo a fondo perduto a copertura del 100% delle spese sostenute, ritenute ammissibili a seguito della rendicontazione, fino all’importo massimo di 500,00 euro.

People T&C ha partecipato al bando nella doppia veste di impresa beneficiaria e di supporto tecnico alla proposta del Consorzio Parsifal.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

PROGETTI | People T&C partecipa al bando regionale sullo Smart Working

People T&C nella doppia veste di consulente tecnico e impresa beneficiaria della iniziativa.

People T&C ha partecipato ad un bando della Regione Lazio denominato “Piani Aziendali di smart working. Adozione di modelli e strumenti da parte delle imprese e dei titolari di Partita IVA del Lazio” che ha l’obiettivo di favorire e sostenere le imprese che vogliono avviare azioni di smart working, non solo nel contesto dell’emergenza epidemiologica ma anche avviando delle sperimentazioni di progetti pilota in grado di promuovere la diffusione nel tempo di questo modello di lavoro.

Non conosciamo ancora, al momento della pubblicazione della nostra newsletter, gli esisti delle graduatorie: aspettiamo sia la valutazione del progetto che People T&C ha presentato in qualità di impresa beneficiaria dal titolo “SMART CONSULENCE” sia quella delle quattro cooperative e aziende del privato a cui People T&C ha offerto un servizio di supporto tecnico alla progettazione. Vi terremo aggiornati.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

FORMAZIONE | People T&C partecipa al corso base per Auditor/Lead Auditor

Rafforziamo le competenze interne nei sistemi di gestione ISO 19011:2018.

People T&C ha partecipato, attraverso il suo direttore, al corso di formazione per Auditor e Lead Auditor secondo le norme UNI EN ISO 19011:2018 e EN ISO/IEC 17021-1:2015 organizzato dall’ente certificatore Dasa-Register.

Il corso, tenutosi il 7 e l’8 aprile scorso per la durata di 16 ore, è stato utile per approfondire le tecniche e gli strumenti di audit per i sistemi di gestione. Si tratta di un percorso propedeutico ai moduli specialistici di 24 ore per Auditor/Lead Auditor di sistemi di Gestione per la Qualità, Ambiente, Salute e Sicurezza sul Lavoro, Sicurezza Informatica che si terranno a fine aprile. L’obiettivo è qualificare sempre più i servizi offerti da People Training & Consulting.

La foto è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.

FORMAZIONE | Fon.Coop e la scelta delle imprese aderenti tra conto formativo e avvisi

Prorogato al 20 maggio il termine per effettuare la scelta tra le due fonti di finanziamento.

Fon.Coop, il Fondo per la formazione continua a cui molte delle nostre imprese cooperative aderiscono, ha recentemente promosso l’iniziativa “La formazione è una scelta! Diventa protagonista del nostro cambiamento”.

In che cosa consiste questa proposta, unica nel panorama dei Fondi interprofessionali?

È stato chiesto a tutte le PMI aderenti al Fondo – quelle che hanno una disponibilità aziendale inferiore a 5.000 euro – di scegliere la modalità più adeguata per finanziare la propria formazione, optando alternativamente per il Conto formativo oppure per il Fondo di Rotazione.

Ricordiamo a tal proposito che “la disponibilità aziendale” è l’80% del versato annuale dell’impresa al fondo e corrisponde all’ammontare dello 0,30% versato dall’impresa per tutti i lavoratori dipendenti in un anno, al netto del taglio governativo, la quota di solidarietà e le spese del Fondo: si tratta di una disponibilità che può essere verificata attraverso la piattaforma Gifcoop.

Ma quali sono le caratteristiche dei due canali? Fon. Coop ce lo sintetizza in questo modo nell’immagine del loro sito a cui rimandiamo per completezza www.foncoop.coop.

Fonte immagine: www.foncoop.coop

Il termine per la scelta è stato prorogato al 20 maggio prossimo. Se non si esercita nessuna scelta entro quel termine, le risorse della cooperativa confluiranno automaticamente al canale Fondo di Rotazione e quindi per quest’anno potrà partecipare solo agli Avvisi del Fondo di Rotazione. Si tratta di una scelta che si rinnova automaticamente ogni anno. Solo nel caso in cui si volesse cambiare il canale di finanziamento, si dovrà procedere con la modifica della scelta in piattaforma.

Per approfondimenti o dubbi, non esitate a contattarci su peopletrainingconsulting@gmail.com.

La foto in evidenza è tratta dalla mostra A scena aperta, esposizione fotografica sul teatro sociale organizzata dal Consorzio Parsifal e dalla cooperativa Altri Colori.