IL FONDO SOCIALE EUROPEO

Nato, col trattato di Roma del 1957, insieme al primo nucleo dell’odierna Unione Europea (la CEE), il Fondo sociale Europeo (FSE) rappresenta il principale strumento di investimento e promozione dell’inclusione sociale e dell’occupazione. Suoi scopi fondamentali sono dunque il sostegno nell’ottenimento o nel miglioramento delle posizioni lavorative, l’inserimento nella società dei soggetti svantaggiati e la garanzia di opportunità di vita maggiori e più eque per tutti, a prescindere dalle fasce di età.

Frutto di una programmazione settennale negoziata dai Paesi membri, dal Parlamento e dalla Commissione europea, il FSE è strutturato in programmi operativi nazionali che di anno in anno erogano finanziamenti a organizzazioni del settore pubblico o privato e della società civile impegnate a realizzarne gli obiettivi di fondo.

È stato stimato che i beneficiari dei programmi del FSE sono, ogni anno, circa 15 milioni, con ricadute a breve termine, in quanto ne risultano mitigate le conseguenze dell’attuale crisi economica, e a lungo termine, nel quadro più ampio della strategia di ristrutturazione dell’economia europea, che mira a creare non solo posti di lavoro, ma una società solidale.

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È di recente pubblicazione, da parte della Commissione europea, la relazione di valutazione del periodo di programmazione 2007-2013, periodo in cui il FSE è stato operativo in tutti i 28 Stati membri, con 117 programmi operativi (PO) in tutto: 59 rispondenti all’obiettivo competitività regionale e occupazione, 42 all’obiettivo convergenza e 16 pluriobiettivo. Per quanto riguarda i fondi, la dotazione totale per il settennato era pari a 115,6 miliardi di euro, di cui 76,8 miliardi provenienti dal bilancio europeo, 35,1 miliardi da contributi pubblici nazionali e 3,7 miliardi da fondi privati.

Le azioni inquadrate nel FSE hanno contribuito fattivamente all’attenuazione degli effetti della crisi, portando a un incremento del PIL dell’UE (+ 0,25%) e della produttività, come testimoniano le stime macroeconomiche. Ciò si è tradotto in maggiori risorse per le politiche attive del mercato del lavoro, per istruzione e formazione e per la modernizzazione dei servizi pubblici, del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione; è stato inoltre possibile sviluppare forme di collaborazione tra i diversi attori coinvolti, con innovazioni locali e regionali poi adottate anche a livello nazionale.

Per quanto riguarda l’Italia, la crisi economica ha pesantemente inciso sull’attuazione del Fondo, in termini di finanziamento, servizi offerti e risultati per i partecipanti: sebbene, dunque, i risultati ottenuti siano stati inferiori alle attese, soprattutto nelle regioni meridionali, i progetti beneficiari sono stati comunque 914.000, con 606.000 imprese coinvolte e un tasso di efficacia più alto per le fasce più bisognose di sostegno come giovani, donne e lavoratori anziani.

Secondo la relazione, a fine 2014, almeno 9,4 milioni di residenti europei (di cui 367.458 in Italia) hanno trovato lavoro con il sostegno del Fondo, mentre 8,7 milioni hanno ottenuto un diploma o una certificazione e 13,7 milioni hanno segnalato in generale risultati positivi come p.es. l’innalzamento del proprio livello di competenze. I partecipanti alle azioni erano equamente ripartiti tra inattivi (36%), occupati (33%) e disoccupati (30%). Tra i principali gruppi di destinatari figuravano persone scarsamente qualificate (40%), giovani (30%) e persone svantaggiate (almeno il 21%). Le donne partecipanti alle azioni del FSE sono state 51,2 milioni.

Concludiamo, infine, con le principali innovazioni e gli obiettivi del FSE per il settennato attualmente in corso, 2014-2020. In estrema sintesi, sono stati sanciti:

  • L’incremento dei finanziamenti europei con l’introduzione di una quota minima garantita: nel settennato 2014-2020, nel bilancio europeo, sono riservati al Fondo oltre 80 miliardi di euro.
  • La riserva di almeno il 20% dei finanziamenti a favore dell’inclusione sociale.
  • La promozione dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità come parte integrante di tutte le azioni e oggetto di ulteriori, specifiche iniziative.
  • L’incremento del sostegno alla lotta alla disoccupazione giovanile; al miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione, con contestuale riduzione del tasso di abbandono scolastico e implemento delle opportunità di formazione professionale; all’innovazione sociale; alle partnership con enti pubblici, parti sociali e organizzazioni rappresentative della società civile.
  • La concentrazione degli interventi su un numero limitato di priorità allo scopo di garantire una massa critica di finanziamenti abbastanza elevata da avere un impatto reale sulle principali sfide affrontate dagli Stati membri.
  • L’applicazione di regole di gestione innovative e volte alla semplificazione burocratica e amministrativa dell’attuazione dei progetti finanziati dal Fondo, allo scopo di concentrarsi maggiormente sui risultati e offrire soluzioni più sicure e concrete per beneficiari.

Fonti:

http://newsletter.lazioinnova.it/nl_news.asp?id=9547&title=fondo_sociale_europeo_relazione_sul_periodo_2007_2013

http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=325&langId=it

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-16-3984_it.htm

http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-16-3985_en.htm